18 gennaio 2020
La struttura umana sfiora la perfezione, le età della vita, con la loro cadenza, permettono all’esperienza nella forma di essere pilotata e compresa. Ancora parti inesplorate e misteriose stanno evolvendosi nel sistema corpo-mente, con gli organi di cui siamo dotati e la loro funzione.
Vari cervelli abitano nel corpo umano. Il più studiato sta nella testa con gli organi di senso, ma stanno emergendo ricerche interessanti sul cuore, sull’intestino. Capire il significato della morte del corpo, e non sapere dove migra la sua energia, ha creato miti, religioni, ipotesi non “falsificabili” cioè non scientifiche.
Addomesticare la morte significa coglierne il significato. La rete di paura di una fine non desiderata e non scelta ci sgomenta e ci distrae dal valore del cambiamento. Esorcizzare, o accettare, la morte non aiuta, da secoli, a comprenderla. I Maestri hanno scostato, per qualche attimo, il velo sull’Oltre ma la paura ci fa chiudere gli occhi.
Alcune esperienze di pre-morte (incidenti, coma, viaggi fuori dal corpo) lasciano tracce che i neuroscienziati, con le loro macchine, iniziano a mappare e catalogare, per acchiappare pezzi di essenza animica e ricostruire il puzzle di chi siamo. Ma cogliere l’essenza della musica delle sfere, del profumo di una rosa o del sorriso dei bambini, richiede una capacità non scientifica e non clinica.
Alcune esperienze di pre-morte (incidenti, coma, viaggi fuori dal corpo) lasciano tracce che i neuroscienziati, con le loro macchine, iniziano a mappare e catalogare, per acchiappare pezzi di essenza animica e ricostruire il puzzle di chi siamo. Ma cogliere l’essenza della musica delle sfere, del profumo di una rosa o del sorriso dei bambini, richiede una capacità non scientifica e non clinica.
Pensare di mettere tutto questo in un computer è eroico ma diventa parte di creazione divina. Per iniziare bisogna finire, questo è eterno. L’esperienza di questi Epagomenoi, con i regali di figli e amici, ha illuminato il compito della mia vecchiaia. Una poltrona elettrica, un rialza-water, golfini caldi e l’attitudine di aiuto affettuoso dai pazienti, hanno risvegliato, con umorismo, il mio senso del presente: sto trasmettendo in rete la possibilità del finire, posso insegnare il significato della dipendenza, della mancanza di autonomia, come viaggio umano indispensabile.
Accettare la vita con le sue stagioni, e trasmetterne la bellezza, è la missione di tutti gli esseri viventi. L’esempio degli animali che amiamo e del regno vegetale, aiuta ad abbattere le barriere dell’onnipotenza che ci rendono, a volte, inconsapevoli e crudeli.
Amare, prendersi cura del grande vecchio, impotente e non bello come un neonato, è il mezzo che permette il volo in altro spazio-tempo, superando la curvatura.
E’ l’Enterprise che ci fa diventare tutti un Capitano Picard.
E’ l’Enterprise che ci fa diventare tutti un Capitano Picard.
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