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La felicità oggi

13 febbraio 2019

Difficile definire la felicità come quando parliamo di coscienza o di anima, ma tutti noi sappiamo quando siamo felici. La felicità è  l’ingrediente segreto di Kunfu Panda, non esiste ma lui lo scopre.

Possiamo trasmettere alle generazioni dai tempi persi delle origini come essere felici, diventarlo, rimanerci. Essere felici è un territorio dell’esistenza dove possiamo nascere, arrivarci o scoprirlo per caso, un luogo accessibile a chiunque, non per ricchi, super dotati o eroi, forse “resort” per ogni creatura.

Penso che sia il colore della nostra vera esistenza, essere felici significa creare, costruire, riunire, capire l’essenza profonda dell’essere. Le vette più alte del pensiero umano, filosofia, musica, arte, costruzione di civiltà, nascono dal canto interiore della nostra parte spirituale in assonanza con l’armonia dei numeri, con le geometrie sacre e il linguaggio della natura intorno a noi.

Possiamo riconoscere molti tipi di felicità nei bambini, nell’amore in tutte le sue forme, nelle affinità elettive. Posso essere felice guardando le stelle, nuotando nell’oceano, imboccando un anziano, tenendo per mano un bambino o ascoltando la mia musica preferita da Mozart a Freddy Mercury.

L’avventura umana per essere felici è costellata di trappole oggi molto potenti fatte di droghe, merci di bolle colorate che viviamo come indispensabili, sirene convincenti, illusioni di premi futuri e luoghi incantati ma solo dopo la morte. Il grande inganno è distribuire speranza nel domani, nel dopo, nel chissà quando.

L’uomo nasce perfettamente equipaggiato per essere felice sempre, in qualunque ambiente o situazione. Dimenticare l’essenza indistruttibile che siamo, è un gioco sottilmente astuto per derubarci dei nostri valori più preziosi dei quali il nulla infelice va ghiotto, nostalgicamente incapace di usufruirne.

Strumenti potenti per distrarci dal baricentro invincibile del nostro cuore sono lo spazio e il tempo: separarci e confonderci in mille distrazioni in continui attentati all’incolumità fisica e la capacità di sopravvivere, come fame, miseria, malattie o spostando desideri e azioni in un futuro inesistente, poiché anche il tempo è frammentato con mille strategie.

Oggi la corsa per raggiungere continuamente l’intelligenza artificiale in tutte le sue forme, sta creando nuovi tipi di umani super addestrati in una inutile gara con i computer e umani rassegnati e contenti dell’apparente utilità e comodità offerta dal mondo delle macchine. Tutto questo ha un prezzo ancora sottovalutato: la nostra felicità, la capacità di avere uno spazio o un tempo nostri per stare vicini, volerci bene, aiutarci e un tempo per desiderare, sognare, costruire il nostro vero mondo fatto di emozioni, colori, musica, bellezza.

Il fascino delle macchine che semplificano il quotidiano e ci danno un falso senso di sicurezza nasconde nuove divinità bloccando il sorgere di un nuovo umanesimo.

Falco Tarassaco ci ha parlato ogni giorno ed in ogni suo scritto di come raggiungere o ritrovare l’essenza umana, cioè il super individuo in un pianeta bellissimo, ma ancora disseminato di trappole. Leggere il Liber S o la storia di Amscusat mi fa sentire bene, a volte felice se capisco di farne parte ora.





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