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Mi Sento Solo

11 ottobre 2020 

Nel lavoro di terapeuta il sentimento lacerante di solitudine è il fantasma che aleggia nella stanza  dei nostri incontri. 

Affrontarlo è un allenamento che unisce i campi sia emozionali che cognitivi di ogni guaritore. La prima arma è la chiarezza, sei veramente solo o ti senti solo?  

 

Il primo campo si può affrontare nel qui ed ora quotidiano, il secondo "sentirsi soli" entra nel mare  del tempo collegando vite, spirali di DNA, sistemi familiari nell'immaginale di ognuno di noi.

 

La memoria che nasce nel ventre materno fatta di suoni, sapori, sensazioni cresce scorrendo dentro  di noi raccogliendo emozioni e vissuti altrui e ambientali senza logiche conosciute. Questo zaino  non del tutto consapevole, entra nella stanza di ogni guaritore insieme a chi chiede aiuto e vuole  risposte. 

 

La traduzione di un linguaggio arcaico, primordiale costellato di segni rupestri e suoni animali,  viene lentamente decodificato insieme e reso comprensibile, trasformato in parole creative che  costruiscono nuovi cammini del destino. 

 

Il sentirsi soli "decodificato" da antropologi, maestri di saggezza, poeti e grandi filosofi è rimasto  ancora un grande drago mitologico che emette il suo freddo fuoco di epica memoria. Solitudine come stato dell'anima è il dilemma esistenziale di qualcosa non materiale gettato nella  materia. 

 

Nel buio opaco del nucleo se non può entrare luce entra il suono. La creazione negli antichi testi è  suono... 

 

La musica come erede luminosa della prima creazione, entra nella nostra solitudine esistenziale  come una dolce carezza materna, il senso di contatto con qualcosa di simile avvolge come nuovo  utero l'essere precipitato nell'oscurità. 

Musica è anche la prosodia del linguaggio di chi accoglie la relazione nell'ascolto usando la  medesima lingua. 

 

Il suono crea unione e apre spazi nel cervello dove la trascendenza sulle ottave sta di casa. Il suono risveglia stati d'animo legati a emozioni forti, può dare coraggio, consolare, inebriare o  divertire. 

 

Il lavoro con cantanti e musicisti mi ha insegnato la grande magia del suono come cura, guarigione  e crescita collettiva. Ogni popolo ha i suoi canti e le sue danze. 

 

Gli eventi sacri nascite e morti, momenti di tradizione, memorie storiche fondano attraverso la  melodia l'identità e il senso di appartenenza di stati, clan, popoli. 

 

A scuola andiamo tutti, trasmettere insegnando l'amore per la musica sin dall'infanzia è l'arte  maieutica umana più semplice ed efficace. Il canto dei bambini tocca qualunque cuore.

 

Ogni età  impara il proprio modo di usare la magia del suono. L'adolescente ci fa saltare i timpani mentre  l'anziano la usa come pista per i suoi ricordi.

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