26 Ottobre 2019
Siamo nell’estate indiana. Un momento dell’autunno dove il sole ha una
luminosità diversa dalla calda estate e i colori dei boschi hanno la dolcezza
della natura che si sta addormentando.
Qui, l’eco delle grandi foreste, dei fiumi e della neve in arrivo è meno avvolgente: bisogna proprio ascoltarlo.
Mentre facciamo diligentemente una colazione secondo le diete alla moda,
siamo sicuri che l’acqua e limone, i semi di chia, siano veramente quello che ci tiene in vita e ci fa sentire bene?
Le foreste che trasformano l’aria respirabile per noi, l’energia della
Terra, organismo intelligente e organizzato, la luce solare filtrata per non
seccarci, e la tenerezza dei bambini e degli animali, a che servono? Domanda che ha invaso il mio
cervello insieme alle notizie del giorno e alle preoccupazioni del tempo troppo veloce, degli
impegni, una
pozzanghera di preoccupazioni che poco si stemperano con musica e caffè.
La sensazione di consumare con indifferenza tutta la bellezza che ci circonda mi ha fatto sentire un grande
orco sciocco e cieco.
Ho aperto la porta e
sono andata in giardino, mi sono ricordata di respirare e, lentamente, mi è
venuta voglia di ridere. Le persone che andavano al lavoro, le macchine di passaggio, un ritmo veloce che stonava con il gatto sdraiato al sole, poco preoccupato del
cibo mattutino. Le mie crocchette erano meno interessanti del sole e dell’erba.
Forse stiamo camminando sulle mani e ritornare sui piedi non è tanto
difficile, basta guardare intorno e ritrovare l’antico linguaggio degli alberi, delle stelle, la
comunicazione fatta di gratitudine e
amicizia e appartenenza, prima di Babele. Ascolto il mio respiro mentre il
calore autunnale mi avvolge, passano persone della mia famiglia e si preoccupano vedendomi seduta
ferma: “Come stai?”.
Trovare momenti di comunione felice con l’Universo può generare sospetto
e preoccupazione, forse è meglio farlo insieme, come alcune tribù fortunate e consapevoli.
Al risveglio, un attimo di unione cosciente con lo splendore della vita può diventare una
goccia magica di nutrimento al pianeta, alla nostra casa.
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