23 Agosto 2020
Il tempo rallentato di
questo agosto con l'armistizio di brevi vacanze e atmosfera da coprifuoco, ha
riportato l'attenzione su stati d'animo che scorrono come le ore dell'orologio.
Il ritmo sonno-veglia
disturbato da nuove abitudini si colora di pensieri, emozioni, sensazioni
fisiche prima velati dalla fretta.
Oggi i "figli della
fretta" trasformati in "pensanti" si trovano confusamente impegnati in nuove scelte: cosa fare, come
organizzarsi, cosa programmare e come riempire i sempre più profondi vuoti
nello spazio-tempo.
Il risveglio del mattino è
aiutato dall'energia accumulata nel riposo notturno. L'impostazione della
giornata con i suoi bisogni primari, condita con abitudini e necessità, scorre fatta di scelte
semplici favorite dall'educazione dell'ambiente e dal gruppo umano stabile.
Solo l'emergenza, guerre,
incidenti o catastrofi naturali scardinano il sistema
"scelte/abitudini" creando nuovi apprendimenti ed evoluzione.
Il momento più vulnerabile
dove la scelta si insabbia è il tramonto, quando il sole ci abbandona e
l'antica paura della fine biologica, dell'annullamento dell'essere avvolge
tutte le creature.
Anziani e bambini cercano
aiuto e conforto come
i malati e gli isolati entrano nell'ansia di un non risveglio.
Quale scelta può arginare
il mare di tenebre che aggredisce ogni nostro giorno su questo pianeta? A volte
non sono sufficienti rifugio, tenerezza, e luci sempre accese, la paura
notturna ci attacca
quando siamo vulnerabili.
Può essere reale o
virtuale, non cambia.
I Maestri ci hanno lasciato
nei secoli metodi di combattimento e discipline
come allenamento all'oscurità. Scelte difficili.
La mia strategia è
prevenire, capire quando il mare è da bandiera rossa e saper rimanere a riva.
Ci sono scelte di
emergenza, piccole boe quando veniamo colti di sorpresa: respirare, muovere il
corpo, pregare o collegarsi con quelli che sanno nuotare.
La nostra breve vita è
costellata di scelte; la parte animica più evoluta fuori dal tempo non ne ha bisogno , non è prigioniera del
dualismo delle forme.
Rileggendo le Stanze
di Tzian ben commentate, l'oceano
primordiale non fa paura, ma genera un brivido di trepida aspettativa: la
nascita del germe divino.
Trasformare la paura dell'abisso in curiosità creativa
significa dare un nome al mito personale di ognuno di noi.
Creare quando scende la
notte, non è solo sognare, ma scegliere
il nostro destino.
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