17 ottobre 2020
La coscienza in tutti gli esseri viventi, abita fuori di noi
tra mente, cervello, corpo e ambiente, da secoli scatola nera di filosofi e
scienziati rimane un mistero.
Dove "c'è vita c'è speranza", ma noi umani abbiamo
la potenza del desiderio.
I miei gatti triangolano intorno al barattolo delle
crocchette "sperando" che io mi decida ad aprirlo.
I bambini sperano ma alla fine della scuola materna iniziano
a creare desiderando. Il ponte emotivo tra bambini e adulti costruisce nuovi
spazi.
Quando la speranza diventa desiderio collettivo avvengono
cambiamenti importanti, si costruiscono nuovi modelli sociali, si cambia la
storia.
Il passaggio dalla speranza di vincere la lotteria alla
costruzione di una vita sicura per quelli che amiamo, è la sottile linea tra
l'infanzia dell'umanità e la costruzione della polis. Atene e Sparta pregavano
gli dei, ma sapevano costruire realizzando i loro desideri.
Posso sperare che oggi non piova e che la natura mi sia
amica , ma guardando il cielo scelgo di realizzare i miei desideri, pianifico
le mie azioni prendendo l'ombrello.
Con la saggezza degli anni, la potenza del desiderio ha
preso il colore di sogni e memorie, l'esperienza mi ha insegnato a lasciare la
speranza ai piccoli usando l'arbitrio di dare corpo ai desideri possibili.
L'antica grandezza rimasta nei nostri cuori spinge il
desiderio oltre confini sicuri.
Ulisse dopo il ritorno a Itaca desidera e cerca l'infinito.
Questo tipo di desiderio potremmo realizzarlo varcando le grandi porte di morte
e rinascita o forse diventando immortali.
La natura viva intorno a noi plasma la coscienza in una
dinamica di scambi, di geometrie, di radiazioni stellari. La voce dei Maestri
ripete "non sperare, crea".
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