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La Personalità Viaggiante

30 Novembre 2019

Spostarsi nello spazio, su questo pianeta, aiuta a rispolverare l’imprinting cambiando le abitudini.

Le mappe dell’infanzia scolpite nel nostro cervello sono indelebili, ma possiamo trovarne nuove e incontrare futuri possibili.

Il lutto è sempre un treno che porta dai territori di amore e amicizia, agli oscuri boschi di paura e smarrimento, fino ai traguardi luminosi di conoscenza, dove l’essere ritrova le potenzialità vitali e risorse inaspettate sul suo cammino.

La morte di quelli che amiamo è il passaporto per terre poco conosciute, ma indispensabili per la nostra.
Penso che tutte le voci che ci abitano, chiamiamole personalità, amino viaggiare e scambiarsi ruoli.

La morte di un vero amico stacca brutalmente una grande parte di noi per riportarla, con le emozioni e colori, nelle memorie incancellabili che vestono l’anima. La mia anima, data l’età fisica, è coloratissima, ma ancora non so adattarmi quando chi amo lascia il corpo, umano, animale o vegetale.

 Mentre scrivo la commemorazione della mia migliore amica, in questi giorni, organizzo un viaggio fisico per attraversare velocemente il bosco del dispiacere e fermarmi in qualche località dove le mappe della vita si incontrano.

 Forse un rifugio di montagna, tra neve e camosci, stelle e cieli lontani.

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