28 Settembre 2019
Per noi umani la malattia è sempre un evento accompagnato da
paura, sofferenza, isolamento, e alla guarigione, quando avviene, spesso non
diamo grandi significati: è nell’ordine delle cose.
La malattia
cronica, o terminale, risveglia significati profondi, cambia la nostra
esistenza se viene elaborata attraverso le nostre potenzialità umane,
spirituali. Assistiamo a trasformazioni
grandiose in persone che attraversano queste esperienze, testimonianze di passaggi nella
morte che rivelano quanto il cammino della malattia, e della trasformazione del contenitore fisico, sia importante. La morte, come guarigione e come nostra migliore
amica, è ancora una metafora difficile per la nostra cultura occidentale.
Possiamo avvicinarci al suo significato
attraverso le piccole guarigioni quotidiane, che generalmente diamo per
scontate, influenza piccoli incidenti, mali di stagione.
La dolcezza del corpo che si riprende, che ritorna in campo, viene
trascurata dal
bisogno di efficienza e di mercificazione richiesto dall’ambiente sociale.
Penso che la potenza del Graal non sia nella sofferenza, ma si manifesti nella
possibilità di accogliere con amore un processo trasformativo carico di
memorie, dove naviga l’essenza della nostra specie.
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