31 Agosto 2019
Quando si parla di volontà si pensa generalmente a qualcosa di pesante,
difficile, come compiti scolastici. Si sono costruiti castelli sull’uso della volontà nei monaci, nei filosofi, nei
grandi artisti. La volontà come lavoro è un trabocchetto, un autoinganno.
Quando si accende in noi una passione potente alimentata dal desiderio, niente
può fermarci: il senso
del desiderio è
l’espressione della
volontà.
Quando il desiderio ci possiede tutto diventa possibile, l’eroe dentro di
noi si attiva e riusciamo a compiere imprese sublimi indipendentemente dal
giudizio del bene e del male. La passione,
accesa dal desiderio, non conosce limiti né confini. Il suo nutrimento è fuoco cosmico che attinge da tutti gli
umani.
La nostra specie
è una rete di punti energetici sempre attiva che avvolge il pianeta, e non solo, cavalca le sincroniche e si espande. L’energia potente
di tutti questi generatori è infinita e il desiderio è il collegamento. Siamo tasti di una grande consolle
stellare.
Guardando il cielo qualcosa ci fa sentire il richiamo e i riflessi di antiche memorie. Quello che è descritto come esercizio di volontà è la capacità di attivare il desiderio, con la sua spinta
passionale di esistere.
Desidero esserci, essere amato, capito,
riconosciuto. Desidero fare qualcosa per il mio ambiente, per le creature che
amo. Desidero bellezza, geometrie sacre, musica, spazi infiniti. Desidero costruire
civiltà o cattedrali. Desidero stare bene,
avere cibo e acqua per il mio popolo. Ma è il desiderio di conoscenza quello che muove la
danza. Il mistero della morte e della nascita, il destino che ci avvolge, inarrestabile, e ci sovrasta.
Saper
desiderare, risvegliando tutta la passione che è dentro di noi, può
superare qualunque esercizio prefabbricato di volontà, come quando iniziamo una
dieta: se non desideriamo veramente essere belli e stare bene, sarà l’eterno
ritorno, magro-ciccione-ciccione-magro.
Appassionarmi della mia essenza e della mia bellezza può interrompere il ciclo
del fato. Essere
protagonisti significa essere travolti dalla passione guidata dal desiderio.
La separazione è il vero nemico. L’animale, isolato dal branco, viene
mangiato dai predatori. I predatori sono i cacciatori dei rassegnati o di quelli che pensano solo
a se stessi, come il globulo rosso,
se non sa di
far parte della circolazione del sangue, e la crescita solitaria
diventa pericolosa, come ben racconta uno dei nostri miti.
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