10 Agosto 2019
Sapete tutti che il nostro pianeta è sempre in guerra. Seguendo gli ultimi avvenimenti di Hong Kong e le vicissitudini
geopolitiche di tutta l’Eurasia, noi compresi, penso al nostro piccolo popolo
come potente frattale
di ciò che accade intorno a noi.
L’illusione del
quotidiano esistere nel lavoro, nel cibo, nelle emozioni, ci avvolge come una
nebbia di zona rassicurante dell’”Io non centro” o
“non posso farci niente”.
Il suono della
conchiglia di
allenamento per le
Horusiadi, mentre
bevevo il caffè, stamattina, nella mia comfort-zone, ha scosso i miei corpi.
Ricordi antichi, richiamo potente a: “che succede?”, allerta magica ad
una identità comune, difesa e coraggio di una presenza pronta a qualunque
avvenimento.
Chi sono? Chi
sono gli amici, chi i nemici, qual è il mio compito?
La chiara certezza delle risposte è la moneta del mio stare bene ed essere felice.
Il suono, conchiglie, tamburi, evocazioni, preghiere e canti celebrativi
sono la nostra potenza umana di creazione.
Con il suono sono crollate le mura di Gerico e il Verbo, “nominare”, ha creato gli universi.
Siamo sempre condottieri in battaglia, ci identifichiamo con la luce o
con il buio, ben sapendo che è sempre una scelta.
La conchiglia ricorda il potere e la nobiltà dell’unione tra popoli, razze ed intelligenze.
Non ci sarà un’altra Babele.
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