29 maggio 2017
Quando inizia una relazione terapeutica, o di amicizia, o di scambio lavorativo, ognuno di noi tira fuori dalla tasca il suo stile di attaccamento, il modo con il quale ha imparato a porgersi nel mondo, a fare amicizia e creare legami, come gli è stato insegnato, o come si è costruito da solo.
In questo “passaporto” relazionale, sta scritto il nostro mondo interno, gli occhiali con i quali vediamo il mondo che ci circonda. Occhiali sonori, colorati, fatti di tanti prismi, che ruotano secondo le emozioni che ci governano.
Questi programmi relazionali di cui tutti siamo dotati, sono una parte innati, una parte risultato dell’ambiente che ha visto tutta la nostra gestazione, la nostra nascita e la nostra storia esistenziale. La parte dominante è fatta dalle emozioni, dalla nostra neurobiologia, e dal patrimonio genetico ereditato dai genitori e dagli antenati.
La buona notizia è che qualunque sia lo zaino che abbiamo con noi, possiamo cambiarne il funzionamento e l’uso.
Imparare ad usare il nostro zainetto, significa fare felici e rendere felici tutti quelli che ci circondando: energia magica che si irradia da noi attraverso lo sguardo, la voce, il gesto.
E’ importante come alleviamo i nostri cuccioli di uomo che saranno illuminati o perduti secondo il programma che siamo riusciti a trasmettere.
Nelle indagini delle neuroscienze dello sviluppo si è visto che quando il bambino è addormentato e la mamma canta una ninna nanna, il cervello la registra. !
Il continuum sonno-veglia è la chiave di potenza del nostro cervello che continua a svilupparsi, riprogrammarsi e potenziarsi non solo nell’ambiente in cui si trova, ma utilizzando il contatto con tutti gli altri cervelli.
Come utilizzare meglio il nostro usuale stile di attaccamento? Può aiutarci il sogno che viaggia tra mondi diversi, le abitudini di vita, il cibo, il riposo, il gioco, il viaggio.
Ma è il contatto con gli altri, il gruppo, che può generare trasformazioni importanti, nuove idee, nuovi progetti. Nell’amicizia e nei rapporti di amore c’è sempre la possibilità di imparare nel darsi, di superare le nostre paure, del giudizio, della solitudine, della morte.
La relazione tra umani e specie diverse, può aiutarci a riprogrammare stili di attaccamento disfunzionali che generano sofferenza e malattia.
Il fare “comunella” è la medicina del millennio.
Quando inizia una relazione terapeutica, o di amicizia, o di scambio lavorativo, ognuno di noi tira fuori dalla tasca il suo stile di attaccamento, il modo con il quale ha imparato a porgersi nel mondo, a fare amicizia e creare legami, come gli è stato insegnato, o come si è costruito da solo.
In questo “passaporto” relazionale, sta scritto il nostro mondo interno, gli occhiali con i quali vediamo il mondo che ci circonda. Occhiali sonori, colorati, fatti di tanti prismi, che ruotano secondo le emozioni che ci governano.
Questi programmi relazionali di cui tutti siamo dotati, sono una parte innati, una parte risultato dell’ambiente che ha visto tutta la nostra gestazione, la nostra nascita e la nostra storia esistenziale. La parte dominante è fatta dalle emozioni, dalla nostra neurobiologia, e dal patrimonio genetico ereditato dai genitori e dagli antenati.
La buona notizia è che qualunque sia lo zaino che abbiamo con noi, possiamo cambiarne il funzionamento e l’uso.
Imparare ad usare il nostro zainetto, significa fare felici e rendere felici tutti quelli che ci circondando: energia magica che si irradia da noi attraverso lo sguardo, la voce, il gesto.
E’ importante come alleviamo i nostri cuccioli di uomo che saranno illuminati o perduti secondo il programma che siamo riusciti a trasmettere.
Nelle indagini delle neuroscienze dello sviluppo si è visto che quando il bambino è addormentato e la mamma canta una ninna nanna, il cervello la registra. !
Il continuum sonno-veglia è la chiave di potenza del nostro cervello che continua a svilupparsi, riprogrammarsi e potenziarsi non solo nell’ambiente in cui si trova, ma utilizzando il contatto con tutti gli altri cervelli.
Come utilizzare meglio il nostro usuale stile di attaccamento? Può aiutarci il sogno che viaggia tra mondi diversi, le abitudini di vita, il cibo, il riposo, il gioco, il viaggio.
Ma è il contatto con gli altri, il gruppo, che può generare trasformazioni importanti, nuove idee, nuovi progetti. Nell’amicizia e nei rapporti di amore c’è sempre la possibilità di imparare nel darsi, di superare le nostre paure, del giudizio, della solitudine, della morte.
La relazione tra umani e specie diverse, può aiutarci a riprogrammare stili di attaccamento disfunzionali che generano sofferenza e malattia.
Il fare “comunella” è la medicina del millennio.
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