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La Speranza

26 Settembre 2018-

Da molto tempo mi domando di cosa è composta la speranza, sostanza magica presente in tutti gli umani, indipendentemente dalla cultura, dall’educazione, dalla classe sociale, dalla struttura psicologica dell’individuo. A volte si confonde con la fede religiosa, spirituale, carismatica.

Credo che la speranza sia una funzione del nostro cervello, un’attività indispensabile che ci rende così adattabili in ogni situazione e che ci ha permesso di attraversare culture, ere geologiche, cataclismi. Dai Greci, somma espressione dell’umanità, ai Pigmei questa potente funzione è equamente distribuita.

Nella trasformazione del nostro millennio osserviamo come si manifesta la speranza oggi qui Italia del Nord – Valchiusella.

In cosa spera il piccolo Popolo? Incontriamo una base comune alla nostra specie, abbondanza, salute, felicità, ma il sogno che come le maree si alza, si diffonde, si ritira, è diverso in ogni individuo. Il bambino spera che la mamma torni presto, o in un giocattolo, o in un generoso Babbo Natale.

Uomini e donne hanno speranze di vita con modulazione differente. La speranza è la nostra migliore amica, dalla vincita al Lotto, a un matrimonio felice, al successo nel lavoro, a grandi scoperte scientifiche o in un sereno tramonto.
La speranza ci segue dalla nascita alla morte seminando paesaggi luminosi persino dopo. Mi piacerebbe fare una raccolta delle speranze per farle salire al cielo come palloncini unendole a quelle di tutti gli altri Popoli, perché penso che le nostre speranze siano molto belle, allegre, capaci di riempire di significati il nostro transito terreno.

Personalmente la mia speranza è ripulire questo pianetino azzurro dalle ragnatele di tutte le paure: miseria, malattia, morte, guerra, cataclismi, che sommergono come nero petrolio le umane speranze.

A volte la speranza nasce magicamente dalle passioni tristi, solitudine, disincanto, rabbia, risentimento, come il fiore del loto che ha radici nel fango e sboccia nel sole.

L’importanza di riconoscere e accogliere le nostre passioni tristi, le trasforma in estetica vivente, poesia, canti, teatro, trasformando filosofie personali in risonanza collettiva che ci commuove, ci diverte, ci fa sognare.


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