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L’entità Mutante

15 dicembre 2018

Un popolo è un’entità coesa di sentimenti e pensieri che mutano nel Tempo; un popolo di bambini o adolescenti non è energeticamente un popolo che ha raggiunto la maturità. A metà del cammino si apre un processo di individuazione che porta all’unione degli opposti, all’addensamento trasformativo delle passioni, dove la ricerca dei significati diviene saggezza: non ho più bisogno di credere, lo so.

Questa trasformazione non viene colta all’inizio ma solo intuita. La preziosità dei fili d’argento nei capelli viene subito nascosta: non è solo una moda, ma una manovra collettiva per fermare, insieme al tempo, anche il processo dell’emergere della coscienza, oggi pericoloso. Se si blocca il viaggio di un Uomo nella sua evoluzione globale (mente-corpo-spirito), l’animale in gabbia diventa feroce e poi pazzo, e si spegne. I desideri rimangono essenziali (cibo-comfort-sicurezza).

Il saggio è curioso, a volte non ricorda di mangiare se sta studiando o viaggiando nel suo mondo. La tigre in gabbia non cerca nulla, aspetta il cibo.
Il viaggio di Ulisse è eterno, dopo Itaca le Colonne d’Ercole e ancora via.

A volte i pazienti sperimentano sempre nuovi metodi di cura, alla ricerca di qualcosa che è già dentro loro stessi ma che non sanno trovare: “dottore, levami  questo” è la litania di base. Capire la potenza che abita dentro ognuno di noi, che da significati e indica nuovi cammini, è fuori moda. Lo spazio della ricerca interiore si copre del cemento, delle novità proposte come surrogati che bloccano i sentimenti profondi e che ci portano, insieme ai nostri figli, ad agire le emozioni del corpo in modo impulsivo e non pensante. Tutto diventa merce di acquisto e scambio, anche il desiderio.

L’età di mezzo, con la morte dei genitori, porta un nuovo stato dell’essere. Se osserviamo un gruppo umano in questa fase evolutiva, possiamo uscire dalle valutazioni superficiali collegate all’economia, alla trasformazione sociale intorno, alla politica del pianeta. In realtà si tratta di un nuovo emergere della coscienza di gruppo.

I fili d’argento nei capelli sono, in realtà, il nuovo vestito dell’anima, con la sua saggezza, che scorre in una nuova dimensione temporale dove i confini sono nebbia e luce.
L’esperienza non è fruibile ma si deposita nel mito personale e di gruppo. Sarà compito dei poeti, o degli attori, o dei musicisti, nella musica, nell’arte, di rintracciarlo e trasmetterlo ai nostri eredi.


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