Sull' amore

21 maggio 2017

Come nel mito della caverna vediamo ombre che ci fanno sognare, cogliamo intuizioni, frammenti emozionali di qualcosa di cui conserviamo strani ricordi. Un mio amico analista dice che l’amore è l’amicizia del pensiero.

Quando l’emozione trova il sentiero del sentimento qualcosa di inaspettato e potente si insinua nei nostri pensieri. L’amore è un bisogno, è un nutrimento leggero, profumato, energetico che ci arriva sin dal grembo materno senza essere né cercato né capito: una dolce onda ineffabile che placa la coscienza immersa nel grande mare delle esperienze.

Il neonato si ciba di amore indipendentemente dalla pancia piena o vuota, qualcosa passa attraverso le nostre relazioni anche con gli animali e vegetali, con i disincarnati o le Divinità.

L’amore è una magia che cerchiamo di definire, di possedere, di scambiare, ma sembra che abbia una volontà autonoma. L’amore viaggia su canali extrasensoriali al di fuori della coscienza e della volontà. Alcuni di noi riescono a catturare e a trasmettere questa luce, altri ne sono dotati gratuitamente.

Penso che l’amore sia legato alla purezza, all’innocenza, alla semplicità che sta nelle radici dell’essere, patrimonio di cui siamo dotati alla nascita. Qualcosa durante il cammino terreno può farcelo smarrire ed inizia così un viaggio di ricerca di questo tesoro sempre. Cerchiamo il nostro tesoro ovunque, negli altri, nel lavoro, nel tempo libero, nelle discipline spirituali, ma l’amore non si può trovare cercandolo, bisogna sapere aspettare rimanendo vigili.

La certezza che l’amore ci può trovare in qualunque momento, per gioco, per simpatia, per assonanza, è il nostro modo per poterlo accogliere, ospitare.

A volte l’amore non è riconoscibile subito, arriva con eventi inaspettati, ma alla fine si manifesta.

La ricerca della Magica Coppa ricolma del sangue divino nei miti medievali risuona nel nostro cuore come una nostalgia potente di amore, redenzione, guarigione di anime cadute. Un’altra definizione di amore.