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L’esperienza Religiosa

17 Novembre 2019

L’esperienza religiosa non riguarda solo divinità, religioni e tutti i miti del nostro secolo, ma è la scoperta di unione mistica con quello che ci circonda, la natura, la musica, la creazione artistica. 

Assistere a un parto, la nascita di un essere vivente unisce il sacro e il profano, lasciandoci sempre sbigottiti e riportandoci nel territorio delle memorie, in contatto con i significati perduti della Creazione. 

Anche la morte, improvvisamente, apre porte su altri mondi che ci appartengono. Questi momenti così totali sono da guida ai territori dell’Essere, passaggi obbligati che scandiscono la nostra storia. Il senso del sacro non viene dall’educazione, né dall’esperienza, ma ci avvolge come una nebbiolina dove spuntano stelle lontane e luminose.

L’esperienza religiosa può manifestarsi improvvisa, o accompagnare tutta la nostra esistenza, o essere cercata e trovata attraverso un lungo allenamento, o solo desiderata e ascoltata negli altri, ma il desiderio di qualcosa di grande, potente e amico, sonnecchia in ognuno di noi. 

Se non si parla ai bambini di Dio, lo cercheranno nei genitori, negli insegnanti, nei miti offerti dall’ambiente: un grande cantante, un campione sportivo o tutte le suggestioni che i media conoscono bene. L’essenza che ci accoglie e protegge può essere un albero, il sole, l’oceano, o una montagna sacra.

Educare  al sacro significa risvegliare una parte di noi indispensabile al nostro benessere psicofisico. Quando si apre questa porta ognuno trova il paesaggio che preferisce, che già esiste da secoli, oppure lo crea personale.

In alcuni momenti, un “grazie” carico di lacrime esplode dentro di noi, non sappiamo diretto a chi ma è la somma di tutte le emozioni che possiamo manifestare. Le lacrime possono essere di dolore, di gioia o di quell’emozione indescrivibile che ci travolge quando il sacro trabocca.

La bellezza di questi istanti mi ha fatto scegliere un cammino spirituale: sono golosa di infinito e poterlo spalmare sui miei giorni è un lavoro intrigante. 

Le neuroscienze hanno scoperto un luogo nel cervello chiamato il punto di Dio: se avviene un trauma, o un tumore, o un danno in quest’area del cervello, la persona può parlare lingue antiche, capire il linguaggio degli animali, avere esperienze di fusione con la natura, immagini mistiche profonde e avere potere di guarire gli altri.

I grandi meditatori conoscono il potere profondo delle onde cerebrali che si attivano,  anche quelli non religiosi descrivono l’aprirsi di capacità mentali che risvegliano fratellanza, giustizia, gratitudine e unione con gli altri esseri viventi. L’educazione al sacro ci aiuta ad essere più felici sconfiggendo solitudine e paura.



















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